La pittura automatica di André Masson

André Masson

Interessante esempio di pittura automatica è André Masson. La sensibilità di Masson, profondamente sconvolta dal trauma della guerra, si è lasciata trasportare dall’immaginazione surrealista e nel 1924, durante la sua prima mostra personale, incontra Breton ed inizia a sperimentare i suoi “disegni automatici“.
I disegni, vengono stampati nel primo numero della rivista “La Révolution Surréaliste” e la loro denominazione rappresenta una variante di scrittura automatica. Lo stato di “Furore” , come lo definisce lo stesso Masson, lo aiuta nella connessione magica con la linea, unico elemento che gli permette la creazione di immagini allucinatorie, nuove alla sua parte razionale. Le sue opere sembrano un intreccio di immagini del tutto casuali, ma l’occhio dell’osservatore vede oltre ed interpreta quelle immagini, in figure concrete. E’ come se l’artista facesse in dono allo spettatore la possibilità di ampliare le proprie percezioni.
Le sperimentazioni di Masson continuano in una ricerca estrema di automatismo pittorico, prima con l’uso della sabbia, successivamente con l’ausilio del colore puro, sulla tela, per non alterare la spontaneità del gesto pittorico, come accadrà’ nell’ Action Painting di Pollock
Evolve, nella rabbiosa volontà di esternare la violenza e la morte che lo circondano, i suoi quadri diventano sempre più materici. Costretto a fuggire dalla Francia, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, a causa della messa a bando dei suoi lavori, considerati “[B]arte degenerata[/B]” dal regime nazista, raggiunge le coste statunitensi e si stabilisce nel Connecticut e con le sue opere influenzerà molto gli espressionisti astratti e lo stesso Pollock.

Simona Iapichino